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PI fratelli Salvo sbarcano a Napoli con la pizzeria Giuseppone a Mare
Da "Scatti di Gusto"

Continua l’espansione dei fratelli Francesco e Salvatore Salvo che dal Fort Knox di San Giorgio a Cremano oggi sbarcano a Roma nella pizzeria Giulietta all’interno di Romeo a Roma.

Ma il vero colpo a sorpresa dei fratelloni della pizza napoletana è aprire a Napoli.
E le voci di corridoio assicurano che l’operazione Salvo a Napoli è resa possibile da Antonio Della Notte che vuol dire pizzeria Antonio&Antonio e ristorante Giuseppone a Mare.

I Fratelli Salvo avrebbero a disposizione due postazioni strategiche in città, sul lungomare di Napoli – che soprattutto con Gino Sorbillo (Lievito Madre) e Teresa Iorio (Rossopomodoro LAB) è diventato nuovo punto di riferimento della pizza – e all’indirizzo iconico della ristorazione partenopea in zona Posillipo – Marechiaro.
I Fratelli Salvo e l’impasto “brasiliano” a San Giorgio a Cremano
Da "Scatti di Gusto"

La migliore pizza napoletana. Chi riuscirà ad aggiudicarsi il titolo della stagione di campionato 2012-2013? I contendenti in campo non sono moltissimi, poco più una decina sul territorio nazionale, ma ognuno ha belle frecce al suo arco. A Napoli, che vanta la maggiore concentrazione di pretendenti, le novità riguardano sempre di più sperimentazione e ricerca. Ma ci sono anche le infrastrutture. Gino Sorbillo sta terminando i lavori alla Casa della Pizza che ospiterà un forno di Stefano Ferrara e il “Sorbillo Lab”. I Fratelli Salvo, Francesco e Salvatore, a San Giorgio a Cremano spingono sull’acceleratore della comunicazione, sulla ricerca dei prodotti di qualità e sull’ingrandimento della sede di Largo Arso con la ristrutturazione di locali adiacenti che si affacciano sulla corte del mercato. Una rivisitazione post-industriale per aumentare le capacità produttive e dotarsi di due forni e di una sala ben più ampia di quella attuale.

In questa settimana hanno riaperto, come molti colleghi, dopo una pausa ferragostana. Può essere l’occasione giusta per assaggiare ai primi refoli di fresco la loro pizza. Non una semplice operazione di marketing, come anche le famose divise Star Trek, l’infografica pizza o le stilose etichette degli olii potrebbero lasciare supporre. I due fratelli hanno messo a punto l’impasto quasi definitivo, la miscela per il disco perfetto. Riuscire a proporre una pizza digeribile e leggera è il requisito minimo per le pizzerie che vogliono concorrere al titolo. Quindi, una gran parte del successo può essere ascritto alla base della pizza: farina, acqua, lievito e (poco) sale. Elementi poveri, meglio, essenziali.
I Fratelli Salvo utilizzano la farina del Molino Caputo, la più diffusa sul mercato campano. Blu, Rossa e Gialla sono le tipologie utilizzate in purezza o in combinazioni diverse. I colori identificano la forza e la Gialla è una via di mezzo tra le due: una sorta di semaforo della pizza.

In questo crocevia, a San Giorgio a Cremano hanno pensato una miscela ancora diversa. I Fratelli Salvo impiegano la Gialla in combinazione con una 0 special proposta per la panificazione, cioè la Verde. L’intento è di ricercare una lievitazione armoniosa, una sofficità estrema e un gusto “casereccio”.
Pizzeria Salvo – San Giorgio a Cremano
Da "Gambero Rosso"

Hanno da poco inaugurato il secondo punto a Napoli città, in via Riviera di Chiaia, una novità che non ha tardato a raccogliere l’entusiasmo del pubblico, ma Francesco e Salvatore Salvo sono conosciuti da tempo per il talento e la tecnica ineccepibile che hanno saputo dimostrare nel locale di San Giorgio a Cremano. L’arte della lavorazione degli impasti, ereditata dal padre, l’hanno meticolosamente portata avanti con passione e fatica, fino a costruire la loro tonda d’eccezione, una verace napoletana dal diametro generoso e l’impasto studiato ad hoc, leggero e fragrante. Tante le creazioni che meritano di essere assaggiate, ma fra le pizze indimenticabili si distingue la papaccelle, conciato romano, fiordilatte di Agerola, olio extravergine di oliva e basilico. Seguita dalla bianca con fiordilatte, carciofi di Paestum, pancetta di suino Nero Casertano, Ragusano ed extravergine. Diverse le opzioni tra cui scegliere, con tanto di percorsi di degustazione già pensati dai pizzaioli. Ottima la carta dei vini e delle birre, così come il servizio, efficiente e cortese.
I fratelli Salvo sulla Riviera di Chiaia
Da "Gambero rosso"

Tempi più lunghi, e grande attesa, per l’esordio a Napoli centro dei fratelli Salvo, Salvatore e Francesco, che alla guida della pizzeria di famiglia di San Giorgio a Cremano hanno rinsaldato anno dopo anno la propria fama, fatta di mestiere che scorre nel sangue, grande competenza tecnica e servizio puntuale e attento in sala. Una pizza da Tre Spicchi che finalmente replicherà in città, con il respiro di un progetto meditato a lungo, “che segna la crescita mia e di mio fratello non solo come pizzaioli, ma anche come imprenditori, responsabili in tutto e per tutto della nuova apertura, con la nostra società”, racconta a pochi giorni dalla firma del contratto di locazione Salvatore Salvo. Ora si tratterà di sbrigare le pratiche burocratiche – “ci piace lavorare con trasparenza, e in questo caso ci confrontiamo con un edificio storico e vincolato” – e poi cominceranno i lavori di trasformazione di Palazzo Ischitella, affidati allo studio Falconio. La nuova pizzeria dei Salvo, infatti, affaccerà direttamente sulla Riviera di Chiaia, nella zona cerniera tra il lungomare più celebre del Golfo e le vie dello shopping napoletano.

Un grande spazio (pressoché gli stessi coperti di San Giorgio, ma distribuiti in modo più articolato) all’interno dello storico palazzo seicentesco, “che per sfarzo faceva concorrenza al Palazzo Reale, tanto che il re chiese di trasformarlo per non vedere oscurato il prestigio della sua residenza”. Oggi l’area è oggetto di una riqualificazione profonda, e molto appetibile per il pubblico che sarà in grado di attrarre: “Studieremo con l’architetto un layout funzionale a esprimere al meglio quel concetto innovativo di pizza che abbiamo perfezionato a San Giorgio. Due le prerogative: supportare la quantità di lavoro e lasciare invariata la qualità. E ci concentreremo ancora di più sul cliente”. L’intenzione è quella di aprire in tempo per l’estate, ma i lavori potrebbero protrarsi più a lungo.
Pizzeria Fratelli Salvo, ecco la storica sede di San Giorgio a Cremano completamente rinnovata
da "Luciano Pignataro"

Prendo spunto dal trattato “Il gusto della bellezza” di Eric Rohmer – il cineasta sceneggiatore e scrittore, simbolo riservato della Novelle Vague – per parlare del restyling della pizzeria di Francesco & Salvatore Salvo, a San Giorgio a Cremano. Eric Rohmer seguiva per i suoi lavori la piaga del cuore, cioè le tracce del vissuto lasciate lungo il percorso della vita.

Un modo per raccontare l’esistenza utilizzando però strumenti nuovi, attuali, adeguandosi ai tempi, pur senza nasconderne le origini. Rohmer lo raccontava bene attraverso la telecamera, i fratelli Francesco e Salvatore lo fanno attraverso la pizza, che ha segnato non poco il loro percorso di vita, come abbiamo già raccontato.

Fate una visita alla loro scintillante pizzeria di San Giorgio a Cremano per capire di che cosa parlo. Gusto, ricercatezza e contemporaneità nell’arredo, con gli ampi spazi divisi da pareti di vino. Sedie comode e mise en place semplice mettono a proprio agio.

Poi, atmosfera viva ed elettrizzante. Bello davvero, anche se qualche tavolo in meno avrebbe reso più fruibile il servizio. All’ingresso del locale, che conta 280 coperti, sarete ricevuti da un grande banco di lavoro che ha alle spalle due grandi forni e dall’invitante vetrina dei fritti. Alle pareti, stampe di buon gusto e una grande foto che ritrae il papà dei fratelli Salvo, dal quale tutto ha avuto origine.
APERTURE CLAMOROSE | I fratelli Salvo nel cuore di Napoli aprono una pizzeria spaziale per viaggiare nel futuro con un menu speciale
da "Luciano Pignataro"

Dopo aver visto la pizzeria aperta da Carlo Sammarco a Frattamaggiore pensavo che l’asticella non si potesse alzare ancora di più. E invece stamane ho visitato la nuova pizzeria dei fratelli Salvo, aperta da due giorni e devo dire che sono rimasto a bocca aperta. Siamo in presenza del massimo che un locale con forni a legna possa esprimere in questo momento dal punto di vista della tecnologia e della cultura.

I fratelli Salvo a Napoli: la sala
Quasi 400 metri quadrati nel Palazzo Ischitella sulla Riviera di Chiaia:  fu eretto dal nobile Mattia Casamatte nel XVII secolo, ma venne danneggiato dai rivoluzionari capeggiati da Masaniello e ricostruito successivamente. L’edificio passò dunque alla famiglia Pinto, principi di Ischitella. Nel 1860, con l’entrata di Garibaldi in città, il principe scomparve e il palazzo divenne dapprima una sede dell’Hotel Gran Bretagna e successivamente del Riviera. Sotto il vigile occhio della sovrintendenza sono stati fatti lavori di ristrutturazione dei locali che affacciano sulla Riviera con la direzione del famoso architetto Marco Falconio.

I fratelli Salvo a Napoli: il bar
In questi giorni ai due forni c’è la squadra diretta da Salvatore Salvo. Gli ambienti sono ampi, con stoccaggio, cantina, spazio per le fritture, i due forni a legna, il lavaggio e il magazzino. Tutto perfettamente funzionale.

Salvatore Salvo
L’ingresso è incredibile, a vetro con la cornice in pietra. Ma è la sala con i suoi 150 posti – più una 50na all’aperto – che lascia di stucco. A sinistra c’è una vera e propria enoteca, un Ferrari Lounge che ospita bollicine francesi e una immensa carta dei vini curata da Pasquale Brillante. A destra altre tre sale decorate con quadri e bellissime foto in bianco e nero di Vincenzo Zannini. Il personale di sala, selezionato fra 140 aspiranti, veste divise Goeldlin personalizzate da Marinella, il mitico negozio di cravatte che è appena a duecento metri.

I fratelli Salvo a Napoli
All’esterno, le origini ben esibite: San Giorgio a Cremano, il paese di Massimo Troisi. “Noi siamo di Portici – ricorda Salvatore – ma non dimentichiamo che dopo la morte di nostro padre San Giorgio ci ha accolto e ci ha consentito di raggiungere il successo”.
Ma forse la cosa più bella è questa, per me ha un valore etico e culturale incredibile: in locali che ospitavano una catena di pizzerie sequestrate come lavatrici della camorra, ora c’è una grande pizzeria i cui proprietari sono solo loro, Francesco e Salvatore, con la società che li vede uniti al 50 per cento, solo loro ad investire i soldi realizzati in questi anni, scommettendo sul futuro.
Ecco come l’economia pulita può cacciare quella sporca.

I fratelli Salvo a Napoli
Partner in questa avventura, oltre al Mulino Caputo storico fornitore dei due fratelli, ci sono Ferrari, Birra del Borgo, San Pellegrino e Marinella. Su una parete i prodotti di alcuni fornitori come Gentile, Agrigenus e ben 14 aziende di olio che fanno di questa pizzeria quella più attenta ad un tema fondamentale per il Sud: l’olio extravergine d’oliva che ha ormai soppiantato quasi ovunque quello di semi nel mondo pizza, con benefici inimmaginabili per la nostra olivicoltura.

Salvatore Salvo tra i due forni a Napoli
Infiniti gli accorgimenti tecnici, tra cui il doppio ingresso nelle sale e l’uso di pannelli fonoassorbenti sistemati nelle volte seicentesche delle sale.
Giuseppe Pignalosa chiude la pizzeria Le Parùle e la rinnova
Da "Scatti di Gusto"

Irriconoscibile. La pizzeria Le Parùle di Giuseppe Pignalosa a Ercolano chiude per essere trasformata.
“Non la riconoscerai”, ha spiegato il pizzaiolo sull’onda del clamoroso successo della pizzeria Pignalosa a Salerno a chi gli chiedeva di prenotare una serata a luglio sul terrazzo.

La pizzeria di famiglia evidentemente gli andava stretta. Troppo diversa dal contenitore realizzato nella zona in di Salerno dai fratelli Esposito insieme ai fratelli Guariglia, cioè dai fondatori di Pescheria, il ristorante di mare che ha aperto una nuova stagione della ristorazione in città.
Giuseppe Pignalosa è entrato a pieno titolo nella nuova scena della pizza salernitana con un accordo societario che ha dato subito i suoi frutti. In breve tempo (la pizzeria ha aperto i battenti a settembre dell’anno scorso) ha scalato la classifica delle migliori pizzerie per insediarsi stabilmente in prima posizione.
Merito del layout disegnato da Marco Falconio dell’omonimo studio che ha curato, per esempio, il nuovo IT con lo chef due stelle Michelin Gennaro Esposito a Milano.
E soprattutto di una pizza che è riuscita ad alzare l’asticella della napoletana contemporanea a livelli mai raggiunti prima. Con Salvatore Lioniello a Succivo, Francesco Martucci a Caserta e Davide Ruotolo a Napoli rappresenta la punta avanzata di un movimento che riesce a coniugare ottime pizze e pizzerie di grande accoglienza.
Logico che in questi mesi la divergenza tra la pizzeria di famiglia e quella di Salerno si acuisse.
Le Parùle era quindi a un bivio: o cessare l’attività o rinnovarsi. Felicemente è stata scelta la seconda strada. Nella compagine societaria entra il pacchetto di mischia di Pignalosa Salerno e di Pescheria per sconvolgere gli equilibri paciosi di Ercolano che è diventata terra un po’ anonima quanto a pizzerie. C’è da portare ai massimi livelli una pizzeria che è stata un po’ bistrattata dalla critica proprio per il suo aspetto datato.
Formula vincente si cambia poco, è il motto che sembra abbia ispirato l’idea di rinnovamento delle Parule.

Sul fuoco ha soffiato innanzitutto Roberto Fazzone che ha realizzato i forni per la pizzeria di Salerno e che è stato incaricato di dare il motore alla nuova Le Parùle. Anzi, due. Smontati i vecchi forni, Fazzone introdurrà due macchine da guerra in grado di lavorare in un range di temperatura molto ampio. Questo per favorire sia l’uscita della pizza canotto pignalosana che le pizze da asporto nei momenti incandescenti della settimana quando la richiesta sale oltre misura. Diverso anche il posizionamento dei forni che saranno ingabbiati in una scatola di vetro, ottima per offrire il giusto palcoscenico ai pizzaioli e creare il necessario polmone di alimentazione dei fuochi.

A disegnare il layout è stato chiamato Marco Falconio, ormai nume tutelare di tutti i locali della premiata ditta Esposito&Co che ha messo nero su bianco la linea guida della nuova Le Parule che non tradirà le origini, anzi le rafforzerà.

Origini che sono nel suo nome, Parùle cioè orto. E due saranno gli orti a disposizione immediata della pizzeria e dei commensali. Un verticale che accoglierà gli ospiti all’ingresso della pizzeria, che potranno così conoscere le farciture delle pizze di stagione se non di giornata, e un altro sul terrazzo all’aperto che sarà operativo solo l’anno prossimo. Entrambi saranno riforniti dall’orto di San Sebastiano alle pendici del Vesuvio.
Le Parùle, infatti, chiuderà il 30 giugno prossimo per presentarsi nella nuova veste a metà settembre.

Un tempo tecnico necessario per consentire i lavori. Tutti gli elementi di arredo, dal legno al ferro e al vetro saranno eseguiti dalla Smaf di Salvatore Pizza, nomen omen. L’azienda di Nola, molto conosciuta nel settore dell’abbigliamento e delle case private, è entrata nel mercato della ristorazione con alcuni progetti – tra cui il ristorante di mare Mamma Elena – e si prepara al grande salto proprio con Pignalosa ed altre pizzerie in area napoletana.

Ma come sarà la nuova Le Parùle? Sicuramente irriconoscibile, come dicevamo e già a partire dal fronte strada dove il prospetto immaginato da Marco Falconio prevede un filtro costituito da persiane napoletane in ferro ingentilite da elementi vegetali.

Il segno del vegetale e del verde, che sottintende l’attaccamento alla terra vesuviana e ai suoi prodotti, lo si ritrova nella sala che assume i caratteri di eleganza e di sobrietà visti con Pignalosa Salerno e Pescheria.
Comode sedute e divani regaleranno una migliore accoglienza alla pizzeria che ha un cannocchiale sul Golfo di Napoli da esaltare. Le prime bozze dei render di progettazione restituiscono l’idea di un ambiente ovattato ma dinamico.
Le Parùle resterà comunque una pizzeria popolare per tutti con un’offerta gastronomica molto vicina a quella di Salerno, ma con proprie note caratteristiche.

Lo studio sugli impasti condotti con le farine del Mulino Caputo hanno creato il giusto bagaglio di innovazione e di differenziazione. Caposaldo resta l’impasto diretto di cui Giuseppe Pignalosa è fervido sostenitore. Anche sul fronte ingredienti, restano confermati i fornitori che hanno fatto della qualità la loro mission. Giuseppe Pignalosa è anche brand ambassador di Latteria Sorrentina e ha a disposizione i risultati delle prove condotte con i tre fiordilatte dell’azienda che è sull’altro versante del Vesuvio. Se a Salerno la combo perfetta per la margherita, necessario benchmark di giusizio universale prevede l’abbinamento Nuvola – Fiordilatte di Napoli, non è detto che a Ercolano si ritrovi la stessa composizione.

Qualche sensazione in più la potrebbero avere questa estate i frequentatori di Acciaroli: Giuseppe Pignalosa sottoporrà i nuovi impasti al giudizio del pubblico del Borgo, l’altra factory a tema pizza di Fabio Esposito. Ingredienti non mancheranno anche grazie alle forniture del ristorante Il Veliero.
Insomma, sarà un’estate calda in vista della nuova pizzeria Le Parùle che promette di essere irriconoscibile. Di gran lunga in meglio.
Salerno. Com’è la nuova pizzeria che Giuseppe Pignalosa apre a giugno
Da "Scatti di Gusto" 

A Salerno sono ai lavori di rifinitura ed arredo ed entro giugno Giuseppe Pignalosa avrà la sua nuova pizzeria.

Il pizzaiolo de Le Parùle da Ercolano si trasferisce nella zona della movida salernitana per dare corpo e sostanza al progetto di Enzo e Fabio Esposito, animatori insieme a Guido Guariglia di Pescheria, desiderosi di sbarcare in città con una pizzeria sul modello del ristorante di pesce che ha imposto un nuovo linguaggio semplice e ricercato.

Il progetto è stato affidato a Marco Falconio, autore di Pescheria, che ha immaginato una pizzeria ristorante con sedute comode in linea con l’idea di prenotazione, elemento che distinguerà la Giuseppe Pignalosa Salerno dalle pizzerie della città.

Un piccolo particolare del pavimento già installato nella pizzeria che affaccia su via Roma all’altezza del Municipio basta per comprendere il concept decorativo.

Ulteriormente rinforzato dai rendering di progetto che sono rimasti uguali in fase esecutiva se non per la porzione dedicata alla gluten free che farà a meno di un forno più piccolo per affidarsi al nuovo Proven 400°C di Moretti Forni installato in una “bolla” per evitare contaminazioni.

Sul versante pizza, continuano le sperimentazioni di Giuseppe Pignalosa che, dopo l’aggiornamento dei suoi due forni a Ercolano, ha continuato sulla strada dell’alta idratazione per rendere ancora più scioglievole l’impasto delle pizze utilizzando blend di farine del Mulino Caputo.
La scelta definitiva servirà a mettere a punto una pizza con un cornicione sufficientemente alveolato, non troppo pronunciato e con un crunch più marcato per venire incontro alle richieste di un pubblico che non ha mai amato fin in fondo il modello napoletano classico.

La combo con Pescheria – ormai considerato all’unanimità il migliore ristorante di pesce di Salerno – permetterà al talentuoso pizzaiolo di incrociare le verdure dell’orto in coltivazione alle pendici di Giovi con il pescato che quotidianamente rifornisce la tavola dei fratelli Esposito sul lungomare.
E con tutta probabilità sarà l’occasione buona per mangiare una pizza con pesce e crostacei che è diventata molto difficile da trovare ben eseguita.
Salerno. Cosa mangerete alla Pescheria che apre sul lungomare
Da "Scatti di Gusto"


È giunto al termine il conto alla rovescia per una delle novità più attese del 2017 a Salerno. Giovedì 9 marzo apre la Pescheria dei fratelli Vincenzo e Fabio Esposito con Guido Guariglia, ristorante sul lungomare della città interamente votato al pesce, ai crudi e alla buona tradizione.

Come al solito, qualche intoppo legato a burocrazia (tipo, bisogna mantenere le scritte delle insegne entro i 5 mq altrimenti si pagano cifre blu di affissione) e a forniture ha ritardato l’avvio delle attività.

Sono stato in anteprima ad assaggiare alcuni dei piatti del nuovo ristorante, che apre dove ai tempi delle foto in bianco e nero c’era Caramato, ma soprattutto a verificare la capacità di approvvigionamento diretto al “mercato del mare” del duo di ristoratori molto conosciuti nel Cilento.

Devo dire che la prima positivissima impressione mi è arrivata dall’architettura degli interni della Pescheria (sottotitolo Cucina di Mare) opera di Marco Falconio.

Un interior convincente che ha mescolato elementi marinari e contemporanei, arredi in legno, policromie e sedute (comodissime) in un cocktail fresco e convincente.

Niente di trito e ritrito, poco spazio al vintage post industriale, qualche richiamo come l’orditura al soffitto che riporta alla mente quella delle barche in legno, boiserie svelte ed eleganti, azzeccatissima nuance del tessuto a parte, un divano che è possibile chiamare tale, il marmo un po’ sborone del banco del bar, l’illuminazione dimmerabile che mette insieme luce bianca e lampade calde.


Alla fine del pranzo di prova si alzano soddisfatti anche gli occhi (e speriamo orecchie, un’altra tipica mancanza dei locali di nuova realizzazione).

E leggo già nella vostra mente, ma quanto costerà questo vestito per il cliente che occupa uno dei circa 40 posti a disposizione?


Non ci crederete: poco. Anzi pochissimo se andiamo a vedere cosa porta in tavola l’accoppiata Vincenzo Esposito – Luigi Iapigio.

In breve, il mare del Golfo di Salerno e in particolare quello del Cilento, da Agropoli giù lungo la costa fino a Acciaroli e Pisciotta.

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